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SAN GIORGIO A CREMANO; CAMBIO DELLA “TARGA” VIA I SAVOIA TORNANO I BORBONE

Intitolata a Carlo III di Borbone Due Sicilie piazza Vittorio Emanuele Savoia – La cerimonia si è svolta nella Sala del Consiglio Comunale, molte le autorità, presente, la principessa Beatrice di Borbone Due Sicilie

San Giorgio a Cremano(Na), 13 aprile 2019

Redazione

Cambio della guardia a San Giorgio a Cremano, via i Savoia, tornano i Borbone, In clima non è di revisionismo storico, l’idea originale arrivò sul tavolo del Sindaco, Giorgio Zinno di Giorgio a Cremano, su proposta dell’assessore alla Toponomastica, Pietro De Martino, successivamente approvata con, un atto che “licenziava” l’attuale piazza Vittorio Emanuele II, cambiando il nome in piazza Carlo di Borbone. Il Sindaco, nel corso del suo intervento ha chiesto scusa ai cittadini per i cambi documentali che dovranno inevitabilmente provvedere a fare. La decisione, che ha un carattere squisitamente storico-territoriale è, il modo in cui la città intende conferire riconoscimento a Carlo II di Borbone, benché , assolutista, fu un monarca illuminato e , molto vicino al popolo,  le innumerevoli opere realizzate, nel Meridione e in particolare a Napoli e nell’area vesuviana ne sono la testimonianza.

Tra le opere compiute durante il suo regno e di cui ancora oggi è possibile ammirare la grandezza vi è tutta l’area del Miglio D’Oro in cui rientra anche San Giorgio a Cremano, con le sue numerose ville, sviluppatasi a partire dalla residenza storica del Re a Portici, dove la sontuosa Reggia domina la piazza, unica per la sua caratteristica strada, che attraversala piazza d’armi, che congiungeva Napoli con le Calabrie.  L’opera fu iniziata nel 1738. Tra le testimonianze nell’area Vesuviana, in cui ricade anche la città di San Giorgio a Cremano, sede di dimore prestigiose, si devono anche alla presenza di Bernardo Tanucci, primo ministro, consigliere di Carlo di Borbone e autore di numerose riforme innovative per quel tempo. 

A Napoli, il Re fece costruire il Teatro San Carlo, accanto a quella che oggi è, Piazza del Plebiscito, simbolo della città di Napoli, sorse il tempio lirico italiano, fu a lui intitolato e inaugurato nel giorno del suo onomastico. Con una data di nascita che anticipò di 41 anni la Scala di Milano e di 55 la Fenice di Venezia. Il Teatro di San Carlo fu inaugurato, 4 novembre 1737. Realizzato per volontà del Re Carlo III di Borbone fortemente intenzionato a dare alla città un nuovo teatro che rappresentasse il potere regio, ma che rese Napoli, capitale della lirica. Il progetto è affidato all’architetto Giovanni Antonio Medrano, Colonnello Brigadiere spagnolo di stanza a Napoli, e ad Angelo Carasale, già direttore del San Bartolomeo, il quale completa la “real fabrica” in circa otto mesi con una spesa di 75 mila ducati. .Una sala lunga 28,6 metri e larga 22,5 metri, con 184 palchi, compresi quelli di proscenio, disposti in sei ordini, più un palco reale capace di ospitare dieci persone, per un totale di 1379 posti. Come ci racconta la dott.ssa Miriam Tripaldi, docente di “musicologia” all’Università di Chicago, che con la sua presenza ha reso internazionale l’evento di questa mattina. Carlo di Borbone fu anche un sovrano liberale, tanto che si oppose alla istituzione a Napoli del tribunale dell’Inquisizione, schierandosi in prima linea per questa battaglia, poi vinta. Per questi e per tanti altri motivi, la città di San Giorgio a Cremano ha portato avanti un percorso di riconoscimento, iniziato con un convegno pubblico su Carlo di Borbone, dove fu anticipata questa intenzione grazie al lavoro sulla toponomastica ad opera di studenti e docenti della scuola Massaia, presenti oggi nella Sala del Consiglio, dove si è svolta l’affollata conferenza. Presenti: autorità civili e militari, oltre che amministratori vecchi e nuovi, presente anche il Sindaco del vicino Comune di Volla Pasquale Di Marzo, che ricorda, la casina che Carlo III, fece costruire in quella che fu la sua riserva di caccia. Presente, la Principessa Beatrice di Borbone Due Sicilie, che spiega la personalità e le opere di Carlo di Borbone al Sud, la sua vicinanza al popolo e soprattutto il suo innato amore per il Sud. Tutto questo, merita un riconoscimento che va oltre i libri di storia.  Gli uomini passano, le targhe restano, precisa il Sindaco Zinno, tra cent’anni , la gente continuerà a ricordare le importanti opere realizzate dai Borbone. Questa titolazione rappresenta il recupero e il rispetto di un sovrano che si autodefinì napoletano. Con l’attribuzione dell’attuale piazza a re Carlo trasmetteremo anche una parte di storia alle nuove generazioni, lasciando così un’impronta indelebile sulla nostra identità, così conclude il primo cittadino. Tra gli interventi dei rappresentanti delle Associazioni, un unanime convergenza storica – La targa scoperta questa mattina, rimarca i fatti che riguardano il nostro territorio, non riportati in nessun libro di storia. Un atto che rende giustizia anche alle nostre origini e alla grandiosità del regno delle due Sicilie. San Giorgio è la città dei bambini, e con loro si è conclusa la cerimonia, il bellissimo coro ha intonato ; l’inno alla Gioia, di Beethoven , seguito poi  dall’inno di Mameli, sulle cui note si è sentito qualche fischio provenire dal pubblico assiepato all’esterno della sede del Municipio.

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore