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INDIVIDUATO IL PICCHIATORE “ANTIFA” DI PIACENZA E’ IL FIGLIO DI UN DIRIGENTE DEL PD LOCALE

Al centro Roberto Speranza cofondatore di Liberi & Uguali. A destra Lorenzo Canti il “picchiatore antifascista di Piacenza che ha massacrato un carabiniere.

Uno dei fondatori ed esponente di spicco di “Liberi & Uguali”, il partito dei presidenti di Camera e Senato questa mattina alla trasmissione Agorà su Rai 3 si è lamentato e si è detto “dispiaciuto” del fatto che alle manifestazioni antifasciste di Macerata così come quelle di Torino e Piacenza il PD non è mai presente. Siamo “costretti a smentire” Robertino Speranza spezzando una lancia (se così si può dire) a favore del Partito Democratico. Un rappresentante del PD a Piacenza c’era. Si tratterebbe di tale Lorenzo Canti figlio di un noto avvocato piacentino dirigente locale del Partito Democratico. Sul suo profilo facebook da qualche ora con limitazioni di visualizzazioni, si legge: “Ateo: l’unico Dio buono e giusto è la Scienza (e il Divano ovviamente) Contro tutte le religioni.” Profilo inequivocabile (viste anche le foto) dell’annoiato figlio di papà (piddino) rivoluzionario antifascista del terzo millennio.

Lorenzo Canti il picchiatore che ha massacrato un carabiniere a Piacenza durante un corteo antifascista. Sparite foto e cancellati i contatti dal suo profilo facebook “lorenzo db canti”. Informazioni che avrebbero potuto portare all’individuazione di potenziali complici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Intanto dagli ambienti sindacali di polizia bocche rigorosamente cucite, anche se voci di corridoio riporterebbero di forti pressioni politiche per scongiurare una sorta di “corto circuito” che potrebbe portare ad uno scontro fra potere giudiziario ed esecutivo da una parte e potere legislativo dall’altra.

Intanto l’unico comunicato ufficiale al momento registrato è quello del Segretario Generale del COISP Sindacato indipendente di Polizia Domenico Pianese che invita gli organi di stampa ad accendere i riflettori sull’anomalo e assordante silenzio della politica irresponsabile e correa. Ecco le sue parole:

L’aggressione ad un esponente delle forze dell’ordine da parte di appartenenti a frange antagoniste, ha riaperto la polemica proprio sui rischi che comporta per chi deve gestire queste situazioni. “Dopo le agghiaccianti immagini di Piacenza, spranghe, bastoni, scudi in pugno ai manifestanti, e le botte inferte senza pietà al carabiniere caduto a terra, mentre assieme ai troppo pochi colleghi si stava ritirando di fronte a una folla di criminali pacifisti organizzati, ci impongono di urlare ancora più forte quella condanna, poiché tutto ciò non è stato bollato in maniera chiara e decisa come il comportamento criminale che è. E mentre grava l’assordante silenzio di una politica irresponsabile – ha aggiunto – che, piuttosto, non esita a speculare sulle tensioni sociali infischiandosene di far aumentare i rischi per i cittadini e per la nostra incolumità, aspettiamo con ansia di vedere quali saranno le conseguenze giudiziarie, concretamente, per i delinquenti che ieri hanno tentato di uccidere il collega a Piacenza. Vogliamo vedere, poi, quante manifestazioni e da chi saranno organizzate per dare solidarietà e sostegno alle Forze di Polizia”. “La nostra vera e profonda solidarietà – aggiunge Pianese – va ai colleghi vittime di un dovere che li inchioda al loro servizio e li obbliga a fronteggiare pericoli, tensioni, rischi gravissimi per la propria salute e per la loro stessa vita, che però potrebbero e dovrebbero essere limitati, se solo si trovasse il coraggio di avere la giusta severità contro la violenza e la delinquenza. E invece continuiamo a dover sentire le solite chiacchiere di politici irresponsabili, di ogni colore, che non mancano un microfono o una telecamera quando si tratta di raggranellare qualche voto in più dopo tragedie come quelle di Macerata, ammiccando a manifestanti che hanno in mente solo di fare danni, pur essendo consci che ciò contribuisce a ergere muri sociali che spaccano la cittadinanza, e lasciano i poliziotti a dover dirimere il conflitto, e poi non trovano una straccio di parola di fronte a servitori dello Stato selvaggiamente aggrediti da autori di reati gravissimi che avanzano nell’assoluta certezza di poter contare sull’impunità”.